Chiesa di Santa Cecilia

Nell'inventario n°15 del 1774, conservato presso l'archivio della curia vescovile di Todi, si descrive la Chiesa di San Cecilia come un esempio di architettura toscana secondo le regole di Jacopo Barozzi da Vignola, restaurata nel 1761 grazie al contributo del Duca Cesi e delle Confraternite di Acquasparta, sotto la guida dell'architetto Pietro Fontana di Roma. La chiesa, di antica consacrazione, risalente a un'epoca remota secondo il cancelliere vescovile Bonaventura Pianegiani, presentava in origine una struttura basilicale a tre navate, con affreschi e ornamenti gotici.

Durante i lavori di installazione dell'impianto di riscaldamento negli anni '70, sono stati rinvenuti reperti archeologici risalenti almeno al XI secolo, suggerendo l'antichità della presenza di un luogo di culto e la possibile formazione di una comunità cristiana già nei primi secoli dell'era cristiana, ipotesi avvalorata dalla presenza di segni cristiani lungo la Flaminia.

La chiesa ospita otto cappelle, di cui sette un tempo con altari dedicati e un battistero del 1575. Tra le cappelle, vi è quella del SS. Crocifisso, con tombe delle famiglie Liviani e Cesi, e un dipinto del XVI secolo raffigurante il Crocifisso, la Madonna, San Giovanni Evangelista e Santa Maria Maddalena.

L'altare maggiore, trasferito dalla Chiesa di San Giuseppe nel 1990, e il coro, precedenti alla ristrutturazione del XVIII secolo, completano l'architettura della basilica. Durante il Giubileo del 2000, è stato collocato dietro l'altare maggiore un crocifisso del XIV secolo proveniente dalla Chiesa di San Giovanni de Budes.

All'esterno, si erge il possente campanile, con un orologio meccanico risalente al XVI secolo, e la facciata della Cappella del SS. Crocifisso, esterna alla chiesa romanica. La vicina casa del Priorato e il Palazzo Montani, anticamente del Capitolo di San Cecilia, completano l'ambiente circostante.