Provincia di Terni
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La Storia

acquaspartaantica[1]

Non ci sono testimonianze certe sull'esistenza di un nucleo abitato prima del X secolo, anche se ruderi e frammenti di lapidi potrebbero far pensare che originariamente nel territorio dove ora sorge Acquasparta esistesse uno dei tanti vichi posti lungo la Via Flaminia, nè è certo, come sostengono alcuni autori, che questa terra fosse soggetta al Ducato longobardo di Spoleto. Quello che è presumibile è che le terre comprese tra il Ducato longobardo di Spoleto e le città di Todi e Terni e quindi anche Acquasparta furono date in feudo dall'Imperatore Ottone I di Sassonia al Conte Arnolfo, un potentissimo personaggio a lui fedele, che figura addirittura tra i firmatari di un documento in cui Ottone I fa donazione alla Chiesa di terre, castelli e città nell'anno 962Il Conte Arnolfo avrebbe fatto costruire, alla fine del X secolo, le Abbazie di S.Barbara e di S.Nicolò attorno alle quali, successivamente, si sviluppò il primo insediamento abitativo con semplici capanne di fango e tronchi d'albero. 

La prima notizia documentata sulle Terre Arnolfe risale al 1002 quando questa zona fu al centro di uno scambio tra l'Imperatore Enrico II e il Papa: il primo ebbe alcuni territori in Carinzia, mentre il secondo ebbe quelle terre comprese fra Terni, Spoleto e Narni per cui i discendenti di Arnolfo persero la loro sudditanza germanica diventando Vassalli della Chiesa. 

Per un periodo non ben precisato si pensa che Acquasparta sia stata assoggettata ai Monaci dell'Abbazia di Farfa: prove ne sarebbero il Regesto in cui in un documento dell'anno 1115 si nomina il castello di Acquasparta in un contratto tra i Conti tudertini, discendenti del Conte Arnolfo, e l'Abate Berardo di Farfa e un documento dell'anno 1118 in cui l'Imperatore Enrico V conferma i possedimenti dei Monaci di Farfa tra i quali c'era anche Acquasparta. Quello che è certo e che alla fine del XII secolo Acquasparta faceva ancora parte del dominio dei discendenti di Arnolfo che vennero a chiamarsi dei Bentivenga o Nobili di Acquasparta; essi furono impegnati a difendersi dai potentissimi vicini di Terni e Todi ma alla fine, intorno al 1233, furono sottomessi da quest'ultimi. Per circa due secoli Acquasparta rimase sotto la giurisdizione di Todi fin quando, l'8 agosto 1489 il Papa Innocenzo VIII con un suo Breve la dichiarava terra franca, cioè libera. Questa libertà fu minacciata intorno al 1500 dalle lotte intestine di Todi poiché Acquasparta ospitò una delle due fazioni in lotta finendo per essere assalita ed espugnata da Altobello da Canale o Chiaravalle che provocò l'intervento dei Guelfi di Todi che chiesero aiuto a Lucrezia Borgia la quale si trovava a Spoleto. Intervenne così Papa Alessandro VI che mandò un forte esercito comandato dai migliori capitani di ventura dell'epoca i quali distrussero il castello di Acquasparta e catturarono Altobello. Il Papa riunisce di nuovo Acquasparta alle Terre Arnolfe con l'intenzione di ostacolare le brame di Todi, Terni e Spoleto su queste terre mettendole sotto il dominio della Camera Apostolica. 

Nel 1538 Papa Paolo III, conscio dell'importanza strategica di Acquasparta, la fece vendere a Pier Luigi Farnese che nel 1540 la permutò con i possedimenti della figlia di Bartolomeo d'Alviano, Isabella Liviani moglie di Gian Giacomo Cesi, portando quindi a questa famiglia la signoria di Acquasparta e Portaria. Sisto V eresse Acquasparta a ducato nel 1588 con Federico che ne fu il primo duca. Ma è con il figlio Federico II che Acquasparta raggiunse il massimo splendore. Egli fondò a soli 18 anni, nel 1603l'Accademia dei Lincei che sotto un'altra denominazione, esiste anche ai nostri giorni. Alla morte di Federico II il feudo di Acquasparta passò nelle mani del fratello Giovanni Federico che, risiedendo a Roma, si fece rappresentare da un governatore. Seguì un periodo di calamità: la peste del 1630, anno della morte di Federico II ed il sisma del 1703 che devastò buona parte della zona appenninica dell'Italia centrale. 

Alla fine del XVIII secolo le sorti di Acquasparta si legarono a quelle della Francia, prima con gli influssi della Rivoluzione Francese del 1789, poi con le alterne fortune di Napoleone Bonaparte in Italia. E' di questo periodo (1798) che sotto gli influssi della Repubblica Romana venne fatta la municipalità di Acquasparta la quale si sottomise a quella di Spoleto. Dopo le sollevazioni antifrancesi Acquasparta ebbe solo pochi anni di libertà poichè l'Italia fu invasa nuovamente da Napoleone questa volta sotto le vesti di Imperatore; alla sua caduta e affossato il sogno unitario di Murat si riaffermò il potere papale che era subentrato, nel 1800, alla famiglia Cesi poiché l'ultimo discendente diretto Federico IX aveva rinunciato ai diritti su queste terre ad eccezione del titolo. Nel 1861 entrò a far parte del Regno d'Italia sotto la Provincia di Perugia che all'epoca era l'unica dell'Umbria fino al 1927 quando venne istituita la Provincia di Terni. 

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ultimo aggiornamento di Mercoledì 09 Gennaio 2019 12:57
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